Condividi:

La storia è di quelle drammatiche e, purtroppo, non è nuova. Il gip di Asti ha emesso nei confronti di due educatrici una misura cautelare di interdizione temporanea a esercitare l’attività di insegnante nelle scuole di ogni ordine e grado per il reato di maltrattamenti in concorso nei confronti dei minori a loro affidati. La struttura è stata ribattezzata asilo degli orrori ed è stato scoperto grazie ai filmati delle telecamere nascoste dai carabinieri. L’indagine, in passato come ora, aveva preso spunto dalle segnalazioni di alcuni genitori. Bambini che arrivavano a casa spaventati, che erano diventati aggressivi, a volte graffiati, e raccontavano cose a cui è difficile credere. Strattonamenti, punizioni in angoli bui, urla, rimproveri e insulti. Anche di stampo razzista, con un bambino immigrato chiamato "Zulù". Questa volta però non servono testimonianze, bastano gli audio e i video registrati dai carabinieri tramite microspie installate nella zona dove stavano i bimbi dai tre ai sei anni. Emerge con filmati di azioni di cui nemmeno i bimbi potevano essere a conoscenza, come bocconi di cibo tolti dalla spazzatura per servirli a pranzo, oppure pasti preparati dalle mamme per i loro figli saccheggiati a mani nude dalle maestre. Le due donne erano già state indagate per fatti simili avvenuti tra il 2012 e il 2013 all’asilo nido e scuola materna Regina Chiappello di Pratomorone di Tigliole, a due passi da Asti. Allora si parlò di capelli tirati, bimbi imboccati a forza e costretti a raccogliere il cibo caduto a terra. Un fischietto assordante utilizzato spesso. Punizioni pesanti. Avevano testimoniato genitori e bambini e il processo si era concluso nel 2019 con un’assoluzione e una condanna a tre mesi per abusi di mezzi di correzione. All’epoca, la donna condannata era coordinatrice della struttura. Erano state assolte da tutte le altre contestazioni, che arrivavano anche a lesioni colpose verso alcuni piccoli. Avevano poi fondato l’Albero dei ragazzi progetto educativo. Paritario, quindi con contributi da parte del Comune di Asti: "Circa 10mila euro all’anno, per i 15 bambini e per i centri estivi - dice l’assessora all’istruzione del Comune di Asti, Loretta Bologna -. Quest’anno però - puntualizza - non li abbiamo erogati, perché mancava il Durc, documento unico di regolarità contributiva". Sconcertata per la vicenda aggiunge: "Attendiamo l’esito delle indagini ed è chiaro che se fosse vero la punizione dovrebbe essere esemplare". 

Tutti gli articoli