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C’era un vero covo nella pianura cuneese che serviva ai componenti di un sodalizio criminale per incontrarsi indisturbati, pianificando furti e spostamenti. Le donne del gruppo vi accompagnavano gli uomini, nascosti in auto per non farsi individuare da eventuali telecamere: "me ’om" ("il mio uomo", in piemontese) è l’espressione con cui ci si riferiva a loro nelle comunicazioni, evitando con cura i nomi.
La questura di Cuneo ha chiamato così l’operazione, coordinata dalla procura di Asti e portata a termine della squadra mobile, che ha condotto allo smantellamento di una rete di cui facevano parte 12 persone, otto uomini e quattro donne. Questa mattina cinque di loro sono stati arrestati, altri quattro sottoposti all’obbligo di firma. Agli indagati è contestata anche l’associazione per delinquere.
Almeno dieci i colpi riconducibili con certezza alla banda, formata da soggetti di alto spessore criminale. Sono sinti stanziali del Cuneese, residenti nei comuni di Sant’Albano Stura, Trinità e Magliano Alpi: uno di loro, anni fa, era stato arrestato mentre fuggiva con quattro chili e mezzo di oro e diamanti.
Nelle varie perquisizioni gli agenti hanno recuperato 13mila euro in contanti, oggetti preziosi e un centinaio di grammi di marijuana, oltre agli "attrezzi del mestiere": i teli da wrapping apposti sulle auto per modificarne la colorazione, le targhe false, gli arnesi da scasso e i set di barbe, baffi e parrucche da indossare prima ancora di entrare in macchina. C’erano anche un jammer telefonico per disturbare le frequenze dei cellulari e uno spray immobilizzante, con cui venivano neutralizzati eventuali cani da guardia.
Colpivano case vuote forzando gli infissi, sempre con lo stesso modus operandi. Da novembre sono state svaligiate abitazioni nelle aree di Cuneo, Saluzzo, Alba, Fossano e Dronero. L’ultimo furto, commesso a Gorzegno, risale al 9 maggio: gli agenti hanno recuperato parte della refurtiva.
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