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La giunta comunale ha approvato il progetto preliminare del nuovo Piano Regolatore Generale, lo strumento che guiderà la trasformazione urbana dei prossimi anni. Dopo 30 anni (il Piano attualmente in vigore fu adottato nel 1991 e approvato nel 1995, l’amministrazione comunale si avvia a dotare la città di un nuovo Piano che, dopo il via libera della giunta, seguirà l’iter previsto dalla Legge Urbanistica Regionale, approdando, all’inizio del nuovo anno, nel calendario delle commissioni consiliari per la presentazione e la discussione e poi al voto dell’aula del Consiglio Comunale (dove arriverà presumibilmente nel mese di febbraio). Una volta adottato, il Piano sarà pubblicato per la raccolta delle osservazioni di cittadini e portatori di interesse e successivamente sarà avviata la conferenza di co-pianificazione per la valutazione da parte degli enti sovraordinati. L’iter si concluderà con l’approvazione finale del progetto definitivo.
Il Piano è il principale strumento dell’amministrazione per governare l’assetto del territorio comunale: detta regole, stabilisce limiti e indica, progettandolo, il futuro della città, tanto nelle sue aree di sviluppo quanto nella trasformazione del tessuto urbano consolidato. Lo fa adottando un impianto flessibile, aggiornabile, organizzato su due livelli: un livello strategico, che definisce visione e indirizzi generali; e un livello conformativo, che stabilisce le regole puntuali per gli interventi. All’aumentare dell’intensità della trasformazione cresce la regia pubblica, secondo un principio di responsabilità che chiarisce ruoli, tempi e strumenti.
“È la mappa che traduce la nostra idea di futuro in scelte concrete – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – a partire dalla rigenerazione del patrimonio urbano esistente, dalla riattivazione delle aree dismesse e dalla valorizzazione degli spazi già costruiti, rafforzando connessioni e servizi, progettando spazi pubblici inclusivi e infrastrutture efficienti. Quello approvato oggi è un progetto collettivo, nato da un percorso condiviso con cittadini, istituzioni, imprese e comunità locali, che mette al centro prossimità, innovazione e ambiente come leve trasversali di sviluppo. Un Piano che guarda alla città come a un sistema integrato di connessioni fisiche e digitali: reti di mobilità, infrastrutture ferroviarie e stradali, reti tecnologiche e servizi digitali come fattori essenziali di competitività, inclusione e qualità urbana. In questo quadro, le reti del trasporto pubblico locale sono funzioni abilitanti della trasformazione della città: la Linea 2 della metropolitana, insieme al sistema ferroviario metropolitano e alle linee tranviarie in sede propria, struttura le scelte urbanistiche, orienta le densità e rafforza l’accessibilità dei quartieri. La Torino del futuro che abbiamo in mente consolida il suo ruolo di città universitaria, di ricerca e di produzione avanzata, salvaguardando e potenziando la sua storica vocazione manifatturiera, che evolve verso modelli ad alto valore aggiunto, sostenibili e fortemente integrati con l’innovazione tecnologica. Poli accademici, distretti dell’innovazione, hub creativi e nuove economie locali dialogano con un sistema produttivo che resta centrale nell’identità e nello sviluppo della città.
Torino rafforza il proprio posizionamento europeo anche come nodo strategico della logistica e delle reti di scambio, grazie al potenziamento delle connessioni ferroviarie verso la Francia e la Liguria, ai corridoi transalpini e al ruolo della città nei flussi tra Mediterraneo ed Europa continentale, in un’ottica di sostenibilità e competitività.
La cultura e il turismo sono leve strutturali di questo disegno: il Piano riconosce il patrimonio storico, museale, architettonico e paesaggistico come una vera infrastruttura urbana, capace di generare valore economico, attrattività internazionale e coesione sociale. Eventi, istituzioni culturali, spazi creativi e una rete di accoglienza diffusa e accessibile rafforzano l’identità di Torino come città europea della cultura, del turismo sostenibile e della qualità dell’esperienza urbana. La natura entra nella struttura urbana come infrastruttura essenziale: fiumi, collina, parchi e corridoi ecologici formano un sistema integrato per la salute, il benessere e la resilienza climatica. Torino è inoltre il cuore della sua area metropolitana e, insieme ai Comuni vicini, condivide infrastrutture e opportunità, costruendo un sistema urbano interconnesso, aperto e competitivo su scala europea.”
Il Piano riconosce i quartieri come unità urbanistiche di prossimità. Sono 34, ciascuno analizzato nei propri caratteri territoriali, identità e dinamiche demografiche. Il Piano tutela queste specificità e valorizza le loro centralità locali – mercati, scuole, farmacie, biblioteche, spazi pubblici e aree gioco – luoghi che alimentano la vita quotidiana e la coesione sociale.