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Sgasate, improvvise frenate, colpi di clacson e lunghe code. Il traffico di Torino è una situazione nota a moltissimi automobilisti che passano in media 44 ore l’anno bloccati in coda, l’equivalente di quasi due giorni pieni. L’imbuto più evidente risulta sempre nell’ultimo chilometro prima del centro, dove la velocità media scende a 17 km/h. I dati arrivano dalla Inrix Global Traffic Scorecard 2025, che assegna al capoluogo piemontese il decimo posto nazionale e il 119° a livello mondiale per il traffico. Secondo Inrix, l’agenzia specializzata nell’analisi dei trasporti globali, il quadro torinese ripete quello dell’anno scorso: né meglio né peggio. A cambiare è la posizione relativa, complice il peggioramento di altre città.
Nell’area centrale pesano i cantieri, che trasformano la circolazione in una una lunga marcia che sembra non finire mai. Nel resto del Piemonte, il traffico è meno gravoso: Novara totalizza 38 ore l’anno in coda; Biella e Asti 33; Cuneo 28. Vercelli è l’unico capoluogo sotto le 24 ore, con 22.
La ripetuta alternanza di cantieri, deviazioni e semafori congestionati crea un “effetto fisarmonica” che si ripercuote a catena sui quartieri limitrofi. Anche piccole interferenze, come carico/scarico non regolato, doppie file, svolte a raso, hanno un impatto amplificato quando la rete è già satura. D’altronde basti pensare che ormai da anni uno dei principali incubi che tormentano i sonni dei torinesi è dover transitare da piazza Baldissera nelle ore di punta. Ormai non si contano più le macchine incolonnate prima della piazza, popolata da un cantiere infinito e impossibile da percorrere verso le 18, quando tutta la città torna verso casa da lavoro e si condensa in quel preciso punto. Un “tappo” che continua a mandare in tilt la circolazione anche in tutte le strade limitrofe, con serpentoni di automobilisti che, spesso e inutilmente, cercano “scampo” nelle vie laterali, finendo per intasare anche quelle.

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