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Per la prima volta nella storia del mercato all’ingrosso di Torino, il Centro Agroalimentare Torinese (Caat) ha assistito a una chiusura totale degli stand. Una serrata senza precedenti, voluta e organizzata dall’Associazione Piemontese Grossisti Agroalimentari (Apgo), per protestare contro l’ennesimo rincaro ritenuto immotivato degli oneri a carico degli operatori.

Secondo quanto riferito dall’associazione promotrice, la partecipazione è stata pressoché unanime. Hanno aderito non solo i grossisti, ma anche le aziende di logistica, i produttori diretti e persino numerosi clienti abituali, tutti uniti nel manifestare contro una situazione ormai giudicata insostenibile. Una mobilitazione compatta che, secondo l’Apgo, evidenzia un malessere profondo e diffuso tra le imprese che operano quotidianamente nel centro mercatale.

«È un segnale forte – ha dichiarato il presidente dell’associazione, Stefano Cavaglià – che dimostra una coesione e una determinazione mai viste prima. È urgente aprire un tavolo di confronto con l’ente gestore del Caat per rivedere i contratti di locazione e costruire insieme un piano di sviluppo sostenibile e rispettoso del lavoro degli operatori».

Il nodo centrale della protesta riguarda l’aumento dei costi, che secondo gli addetti ai lavori non trova giustificazioni concrete e si accompagna a un servizio che, per qualità ed efficienza, non soddisfa le esigenze del settore ortofrutticolo. L’Apgo chiede un cambiamento immediato nella gestione del centro e auspica l’apertura di un dialogo costruttivo.

«Quella di oggi – conclude la nota – non è solo una protesta, ma un messaggio chiaro: il futuro del Caat deve partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione di chi lo rende vivo ogni giorno».

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