Condividi:
È stata chiusa per alcune ore l’autostrada Torino-Bardonecchia, all’altezza del cantiere dell’autoporto di San Didero, a causa di un’azione di protesta da parte del movimento No Tav. Alcune centinaia di manifestanti avevano occupato la sede stradale e appiccato il fuoco a masserizie e materiali abbandonati.
Durante la manifestazione, organizzata nell’ambito della marcia definita dal movimento “ai cantieri della devastazione”, si sono registrati lanci di pietre e bombe carta contro le forze dell’ordine poste a presidio del cantiere. Gli agenti avevano risposto con l’uso di idranti per contenere le incursioni.
Prima dell’occupazione dell’autostrada, i manifestanti avevano anche effettuato una battitura sulle recinzioni del cantiere di San Didero. In quell’area si erano radunate circa quattrocento persone, mentre un numero analogo aveva raggiunto i pressi del cantiere di Chiomonte risalendo i sentieri nei boschi di Giaglione.
L’episodio ha segnato un nuovo momento di tensione nel lungo conflitto intorno alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione. "Un vero e proprio atto di guerriglia urbana" ha commentato il ministro dell’ Interno Piantedosi.
“Quanto accaduto oggi in Val di Susa - ha detto il vicepresidente della Regione Elena Chiorino - era ampiamente annunciato e per questo è di una gravità inaudita. Ancora una volta una frangia estremista del movimento No Tav ha dato prova del proprio volto reale: quello della violenza, del disprezzo per la legalità, dell’odio verso lo Stato.
Sono atti criminali, veri e propri attacchi contro chi ogni giorno lavora per garantire sicurezza e sviluppo a questo territorio. A questi professionisti del disordine va tolta ogni forma di giustificazione. La sinistra prenda le distanze in modo netto e senza ambiguità da chi fomenta l’illegalità e semina violenza: non si può continuare a chiudere gli occhi o a giustificare l’ingiustificabile.Esprimo la mia piena e convinta solidarietà alle Forze dell’Ordine, presidio di legalità e democrazia, che anche oggi hanno fronteggiato con coraggio e senso del dovere l’ennesimo assalto. Chiamiamo le cose con il loro nome: questa non è protesta, è delinquenza organizzata. E come tale deve essere trattata”.