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La procura di Torino ha impugnato la sentenza di primo grado del Tribunale che aveva assolto lo scorso giugno un uomo dall’accusa di maltrattamenti all’ex compagna, condannandolo invece a un anno e mezzo per lesioni. La donna era stata massacrata di botte, ma nelle motivazioni i giudici scrivevano che l’uomo andava "compreso". La sentenza "l’abbiamo impugnata e ci sarà poi un giudice che deciderà", ha spiegato Cesare Parodi, presidente Anm e procuratore aggiunto di Torino, intervistato da Tagadà su La7. E in merito al caso dell’uomo condannato a un anno e sei mesi per lesioni sull’ex compagna e assolto dall’accusa di maltrattamenti perché, come si riporta nelle motivazioni, le presunte frasi minacciose sono da "calare nel contesto", in un documento della Camera penale del Piemonte occidentale si legge: "Manifestiamo tutta la nostra preoccupazione di fronte alla campagna, mediatica e politica, montata in ordine alla sentenza del tribunale di Torino, campagna che, fondandosi su conoscenze imprecise ovvero volutamente distorte, attenta all’indipendenza del giudice".

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