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Nuovo capitolo nell’inchiesta che due anni fa aveva scoperchiato un vasto giro di droga, telefoni cellulari e anabolizzanti introdotti illegalmente nel carcere di Biella, ribattezzato allora il “Paese dei balocchi”. L’indagine, coordinata dalla Procura, aveva visto inizialmente 54 persone sotto inchiesta, tra detenuti, familiari e sei agenti della polizia penitenziaria.

In 25 avevano già scelto il patteggiamento, mentre per i restanti la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. Nelle ultime settimane, durante l’udienza preliminare, altri cinque imputati hanno definito la propria posizione patteggiando e nove hanno optato per il rito abbreviato, che si è concluso con sei condanne a tre anni e tre assoluzioni.

Diciotto imputati, tra i quali cinque appartenenti al corpo di polizia penitenziaria, hanno invece deciso di affrontare il processo ordinario. L’udienza preliminare si è chiusa con il rinvio a giudizio per 17 di loro.

I reati contestati spaziano dal falso ideologico all’introduzione illecita di telefoni cellulari e stupefacenti, fino a episodi di corruzione, istigazione alla corruzione ed estorsione. È stato invece pronunciato il non luogo a procedere per le accuse di ricettazione di anabolizzanti e arresto illegale.

I 17 imputati dovranno comparire davanti al tribunale di Biella il prossimo 7 maggio 2026.

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