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Non è stata prodotta da un omicidio volontario ma da una "grave polmonite" associata a "una condizione di abbandono" la morte di Germano Giaj Levra, assicuratore in pensione di 91 anni, avvenuta a Giaveno (Torino) lo scorso maggio. Questa la conclusione del medico legale interpellato dalla procura per fare luce sulla vicenda. Secondo quanto si apprende, i nomi di due dei tre figli dell’uomo, sono stati iscritti nel registro degli indagati ma l’iniziale ipotesi di omicidio è stata accantonata: si procede invece per maltrattamenti e omissione di soccorso. Il pensionato venne trovato ormai agonizzante nella propria casa, dalla quale non usciva più da parecchi mesi a causa di problemi di deambulazione, e morì poco dopo l’arrivo in ospedale. Il medico legale ne ha parlato come di un "grande anziano sul quale si osservavano segni indicativi di una grande trascuratezza"; c’erano poi tracce di numerose "lesioni traumatiche di diversa datazione" che potrebbero fare pensare anche a cadute o a urti contro pareti e mobili. Quanto alla polmonite, secondo lo specialista "è ragionevole che datasse da diversi giorni" e "verosimilmente può essersi scompensata per un recente e rilevante trauma toracico". "Il 91enne - ha concluso Testi - si trovava in una condizione di abbandono, che gli ha impedito di avere cure tempestive e, con alta probabilità, di maltrattamenti fisico, dimostrato dalla presenza di molteplici lesioni traumatiche di diversa datazione". Sempre secondo il medico legale, se l’uomo "fosse giunto in ospedale ormai in condizioni terminali ma alcuni giorni prima, è ragionevole affermare che il decesso non si sarebbe verificato, almeno nei tempi in cui è avvenuto". Gli indagati sono assistiti dai rispettivi avvocati; così come il terzo fratello che è invece ’persona offesa’.

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