Condividi:
Il Tribunale di Torino ha emesso sette condanne e un’assoluzione nel processo che ha visto coinvolta la cooperativa sociale Liberamensa, accusata di infiltrazioni della ’ndrangheta nella gestione del bar interno al Palazzo di giustizia del capoluogo piemontese. Liberamensa, fondata nel 2016 e attiva fino alla liquidazione del 2020, era nota per il suo impegno sociale nel reimpiego di detenuti nel settore della ristorazione.
Le condanne, stabilite in sede di rito abbreviato, variano da otto anni a dieci mesi di reclusione. La pena più severa è stata inflitta a Rocco Pronestì (8 anni, 5 mesi e 10 giorni), considerato dagli inquirenti una figura storica della criminalità organizzata in Piemonte e legato da anni ai vertici della ’ndrangheta locale. Condanne importanti sono state comminate anche a Rocco Cambrea (7 anni), Crescenzo D’Alterio (6 anni, 2 mesi e 20 giorni) e Raffaele Macchia (5 anni, 10 mesi e 20 giorni). Le richieste dei pubblici ministeri, Paolo Toso e Francesco Pelosi, variavano dai dodici anni ai venti mesi.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), aveva portato nel luglio 2023 a una serie di arresti, rivelando il tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi in una cooperativa sociale che operava in un luogo simbolo della giustizia, proprio all’interno del Palazzo di giustizia di Torino.