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Contrasti fra vicini in un condominio che diventano, con l’andare del tempo, una vera e propria "guerra". Parla di questo un processo terminato oggi a Torino con tre condanne e due assoluzioni. A impiegare parola "guerra" è stato il pubblico ministero, che nel corso del suo intervento ha rievocato "il crescendo folle e insano" dei dispetti, delle minacce, dei danneggiamenti e delle aggressioni fisiche.
Gli imputati appartenevano a due gruppi ben distinti: da una parte i gestori di una pizzeria, dall’altra due fratelli residenti al primo piano della medesima palazzina nella zona del Lingotto. La vicenda si è trascinata dal 2015 al 2021. Gli inquilini si lamentavano per il fumo e il rumore che a loro giudizio proveniva dal locale, il cui titolare si sforzò di prendere i provvedimenti necessari. Ma le lamentele continuarono e "un po’ alla volta - ha ricostruito il pm - si passò dai dispettucci alle persecuzioni reciproche" perché il commerciante, dicendosi esasperato, passò al contrattacco.
I condomini - secondo quanto è stato ricostruito - facevano colare il gelato dal balcone per inzaccherare il locale, schiamazzavano verso i clienti, riempivano i social di recensioni negative, disattivavano la fornitura di energia elettrica (in un caso troncando di netto i fili), piazzavano sacchi dell’immondizia davanti alla saracinesca. Entrambi sono stati condannati (uno a dodici e l’altro a sedici mesi) così come il titolare della pizzeria (dodici mesi).
Siccome si sono anche costituiti parte civile, il tribunale ha sancito dei risarcimenti incrociati: gli inquilini dovranno versare 12mila euro al ristoratore, il quale dovrà ricambiare con cinquemila euro.
L’avvocato Andrea Stocco, difensore del titolare della pizzeria, si riserva di ricorrere in appello dopo la lettura delle motivazioni: "La nostra condanna per stalking ci sorprende. La persecuzione ai nostri danni era stata documentata da testimonianze, documenti, filmati. Quella denunciata dagli altri si basava solo sul loro racconto".

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