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Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil ha avuto due facce: da una parte le proteste che si sono riversate in più di 40 piazze, con circa 500 mila persone in manifestazione, dall’altra il blocco di servizi e attività. Trasporti, suola, università, poste, commercio, ma raffica di scioperi messi in campo per chiedere al governo di cambiare marcia sulla Legge di Bilancio comincia anche e soprattutto dalla sanità. 

A Torino centinaia i torinesi che, a causa dello sciopero generale, hanno dovuto rinunciare a visite ambulatoriali e operazioni. Sono circa 1500 le visite totali saltate. Nel dettaglio, sono stati rinviati 10 interventi alle Molinette e 13 al Cto di Torino. Per quanto riguarda gli altri ospedali torinesi, Regina Margherita e Sant’Anna, nessuna modifica per la programmazione.

All’ospedale Mauriziano invece sono state 417 visite e 5 interventi. Nel Distretto sud est della città, quindi quella della casa della salute valdese, sono state cancellate due operazioni. Dalla città della salute hanno assicurato di aver garantito le emergenze e urgenze per quanto riguarda pronto soccorso e interventi. A fermarsi in generale il 50% del personale sanitario non precettato. Ma per la sanità questa è solo una delle contestazioni degli ultimi mesi, l’ultima in ordine cronologica la grande protesta dei camici bianchi del 20 novembre, a scendere in piazza a Torino e in tutta Italia per questo sciopero generale i medici e i dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e gli infermieri e le altre professioni sanitarie del Nursing Up.

I sindacati contestano una manovra che considerano deludente con risorse insufficienti, dato che chiedono soprattutto il finanziamento adeguato dei contratti e le assunzioni, criticando la mancata detassazione di una parte della retribuzione e la mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario. 

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