Condividi:
Tagli alle corse, finanziamenti insufficienti, sostituzione del servizio tradizionale con alcuni «a chiamata» I sindacati del Gruppo torinese trasporti lanciano l’allarme sul futuro dei mezzi pubblici in provincia di Torino dopo l’ultimo piano dell’Agenzia per la mobilità piemontese. E all’appello si aggiungono il Pd, Avs, ma anche la Lega, che chiede di incontrare i vertici del consorzio in commissione a Palazzo Lascaris.
Tutto parte dalla "Relazione sui lotti di gara" pubblicata dall’Agenzia, poi discussa dalle organizzazioni sindacali con i vertici di Gtt, che contiene la pianificazione per l’affidamento dei servizi di Tpl nel bacino metropolitano fino al 2027. Nei documenti si parla di «razionalizzazione» e «ottimizzazione» dei servizi e della loro gestione, con la riduzione del numero dei depositi e la richiesta alle aziende di trasporti di «aumentare i ricavi da traffico», soprattutto con strategie che facciano crescere «il volume di passeggeri trasportati» L’Agenzia, poi, annuncia come le risorse stanziate rimarranno stabili, circa 44 milioni tra fondi regionali e nazionali (su un costo complessivo di 72). «Si tratta di finanziamenti insufficienti a garantire un trasporto di qualità ai cittadini ed i corretti livelli occupazionali» attacca la Fast Confsal.
Il «taglio dei chilometri al servizio extra-urbano» denunciato dai sindacati si riferisce al trasferimento di oltre 3 milioni di chilometri di corse all’anno dal bacino dell’area metropolitana a quelli confinanti; il timore, quindi, è che (oltre a disservizi per gli utenti) ci sia meno lavoro per Gtt e quindi una riduzione del personale.
"Gtt è indotta ad abbandonare le aree extraurbane perdendo introiti, ma anche posti lavoro. È emerso quando l’Agenzia per la Mobilità Piemontese, su sollecitazione della giunta regionale, ha pubblicato un documento che fotografa l’affidamento a terzi del servizio di trasporto pubblico locale". Lo sottolinea la Cgil, notando che "la contrazione dei servizi affidati a Gtt prevede una riduzione netta delle tratte che passano, nell’area extraurbana, da 10 milioni a 2 milioni di chilometri". Tale diminuzione, osserva, "costa all’azienda circa 20 milioni di euro, da cui deriva la riduzione di personale di circa 600 unità, prevalentemente tra lavoratrici e lavoratori indiretti, nell’intervallo 2025-2027".
"Il sindacato farà la sua parte - aggiunge Igor Piotto, segretario della Cgil di Torino - ma nella difesa di Gtt il Comune di Torino è chiamato a compiere un salto di qualità nei rapporti con la Regione".