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Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, non si è limitato a esprimere una preferenza per un candidato alle elezioni provinciali, ma ha anche distribuito ai votanti dei foglietti personalizzati con precise indicazioni su come scriverne il nome sulla scheda elettorale. Questi bigliettini, simili ai famosi "pizzini", avevano lo scopo di guidare gli elettori nella compilazione del voto.

Nonostante il gesto sollevi dubbi sul rispetto del principio di segretezza del voto, il tribunale di Asti ha deciso di archiviare il caso. La motivazione risiede in una riforma del 2014, che ha implicitamente abrogato il reato contestato. Per questo motivo, su richiesta della procura, il giudice per le indagini preliminari ha chiuso il procedimento penale nei confronti del primo cittadino.

L’episodio, risalente al 2022, aveva fatto emergere il sospetto che Rasero intendesse esercitare un controllo sui voti espressi. Tuttavia, secondo l’ordinanza del giudice, pur essendo una condotta politicamente discutibile, non rientra in alcuna delle ipotesi di reato previste dalla legge.

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