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"Giorgio ha la tempra e la tenacia dei contadini di questa terra e non vuole mai fermarsi, non molla mai, difficile che si possa dare per vinto per una malattia". Carla Rabezzana, 93 anni, quando parla di suo cugino, il papa Jorge Bergoglio, familiarmente, si rivolge a lui "italianizzando" il suo nome di battesimo.
"Spero che riescano a tenerlo in ospedale fino a che non sarà guarito del tutto, perché lui sicuramente proverà a farsi dimettere prima". Carla Rabezzana continua a pregare per la salute di suo cugino dalla propria abitazione di Portacomaro d’Asti. "Non ho mai smesso di farlo nemmeno quando stava bene - dice la donna - e dal suo ricovero in poi ho aumentato le preghiere".
Aveva sentito telefonicamente il pontefice nei giorni immediatamente precedenti al ricovero al Policlinico Gemelli di Roma. "Aveva la voce roca e starnutiva, ma mi aveva detto di non preoccuparmi, perché secondo lui si trattava solo di un raffreddore e nulla più - riferisce -. Io invece gli ho detto che avrebbe dovuto riposarsi e farsi curare". Una "battaglia" difficile, secondo la donna, perché papa Bergoglio, non è un uomo che si fa fermare facilmente: "Adesso sono contenta che si stia curando e riposando un po’". Guarirà in fretta? "Ovvio che lo farà - dice decisa Carla Rabezzana - quest’estate andremo a Roma a trovarlo per il Giubileo e starà meglio di prima".
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