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Nelle scorse ore è iniziata a Torino l’udienza preliminare per il ferimento di un 24enne che il 18 novembre del 2023 era stato aggredito in strada con un machete. Fra gli imputati figura Pietro di Costanzia di Costigliole, suo coetaneo, discendente da una nobile famiglia di origini piemontesi, con il fratello. L’inchiesta si è però estesa anche ad altre vicende, alcune delle quali legate allo smercio di stupefacenti, e ora le persone chiamate in causa sono in tutto 11. La maggior parte degli imputati ha annunciato che chiederà il patteggiamento o la messa alla prova, ma le proposte (si parla di pene che nei casi più gravi si assestano intorno ai tre anni di reclusione) verranno formalizzate solo quando il giudice si pronuncerà su una questione sollevata dal legale della fidanzata di Pietro di Costanzia di Costigliole: si tratta dell’inutilizzabilità di una serie di conversazioni acquisite dagli inquirenti. Secondo gli avvocati, infatti, in caso di accoglimento potrebbero cambiare o addirittura cadere una parte dei capi d’accusa minori. Il difensore di Pietro di Costanzia di Costigliole ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato alla concessione di una perizia che ne verifichi la stabilità psicologica: dalla Spagna, dove il giovane ha abitato per anni, è giunta della documentazione da cui risulta che ha dei disturbi del comportamento verosimilmente riconducibili al consumo di droghe. Il legale ha anche depositato una consulenza tecnica che contesta l’idoneità omicidiaria dell’aggressione con il machete. 

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