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Emergono nuovi dettagli sull’omicidio avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 ottobre a Collegno, nel Torinese, per il quale Michele Nicastri ha confessato la responsabilità. Dalle carte dell’inchiesta, si delinea un quadro segnato da gelosia e controllo ossessivo nei confronti della ex compagna della vittima, con cui Nicastri aveva intrecciato una relazione da pochi mesi.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe chiesto alla donna di sposarlo già a febbraio, a un solo mese dall’inizio del loro rapporto. Lei aveva però rifiutato, concentrata sulla battaglia legale per l’affidamento dei figli con l’ex compagno, Marco Veronese. Sarebbe stato proprio questo contesto familiare difficile a innescare la spirale di tensione che ha portato al delitto.
La giudice per le indagini preliminari, Beatrice Bonisoli, nell’ordinanza che ha convalidato il fermo, ha parlato di “elevata pericolosità sociale” dell’indagato, sottolineando come Nicastri avesse deciso di “risolvere in prima persona” un presunto problema della compagna con l’ex partner.
Dalle testimonianze emerge che la donna aveva chiesto più volte a Nicastri di “controllare” l’ex, per verificare, ad esempio, se utilizzasse i seggiolini per i bambini o se stesse ristrutturando casa. Intanto l’uomo, sempre più coinvolto, aveva comprato un’abitazione con l’intenzione di iniziare una nuova vita insieme.
La donna, assistita dal suo legale, ha ammesso di aver taciuto inizialmente la relazione con Nicastri, mentre aveva incaricato anche un’investigatrice privata di seguire Veronese, pedinato fino a poco prima dell’omicidio. Nei prossimi giorni i Ris di Parma analizzeranno diversi reperti — tra cui il furgone di Nicastri, alcuni indumenti e un coltello — per chiarire ogni dettaglio della tragica vicenda.