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Il commercio di prossimità continua a generare, nonostante le difficoltà, valore economico e immobiliare. Nel 2024 a Torino sono stati acquistati 1.286 negozi, per oltre 100.000 metri quadrati di superficie. In particolare il 2024 segna una crescita costante per tutti i trimestri (dal +17% del primo al +28,6% del quarto). Positivo il rendimento dei locali commerciali, superiore di almeno il 30% rispetto a quello delle abitazioni. La presenza di negozi e attività di prossimità contribuisce, inoltre, ad aumentare il valore dell’area. Sono i dati emersi nel convegno "L’oceano blu degli immobili commerciali", organizzato dalla Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari Fimaa Torino, aderente all’Ascom Confcommercio Torino.

Secondo gli studi di Fimaa, un locale commerciale in centro città rende in media il 6% annuo lordo, mentre nelle zone non centrali i rendimenti arrivano fino al 9-10%. "Entrambi i rendimenti sono superiori di almeno il 30% rispetto a quelli di un appartamento - sottolinea Franco Dall’Aglio, presidente di Fimaa Torino - a conferma che investire in locali commerciali genera profitto. Torino, inoltre, offre margini di rendita più alti rispetto a città come Milano e Roma".

Anche se negli ultimi 10 anni a Torino sono scomparsi 2.269 negozi, quelli aperti producono ricavi sia per chi li gestisce, sia per i proprietari dei muri. Il canone medio di un locale commerciale in centro è di 2.000 euro al metro quadrato all’anno, con punte tra i 2.500 e i 3.000 euro; nelle zone non centrali la media è di 180 euro. "Stiamo lavorando con l’amministrazione - spiega la presidente dell’Ascom Confcommercio Maria Luisa Coppa - per invertire la rotta della desertificazione commerciale e restituire alle vie della città servizi, vivacità, bellezza e sicurezza. È necessario sostenere i negozi con politiche per il commercio serie e lungimiranti. Il nuovo piano regolatore di Torino è l’occasione per dare una risposta concreta al dilagare dei cambi di destinazione d’uso dei negozi sfitti, che impoveriscono il valore degli edifici e spezzano la continuità commerciale delle strade".

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