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Nel carcere di Saluzzo sono stati sequestrati dieci cellulari nel reparto di alta sicurezza del penitenziario. Erano nascosti nelle celle di sei detenuti condannati per reati gravi, tra cui associazione mafiosa. Lo fa sapere il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che chiede più personale e più strumenti per aumentare i controlli, alla luce del fatto che nell’ultimo triennio nelle carceri italiane sono stati sequestrati in media 1.600 telefoni all’anno.
Trovati anche schede Sim e accessori elettronici
I telefonini sono stati trovati durante una perquisizione ordinaria. Oltre ai cellulari, sono state rinvenute tre Sim e numerosi accessori elettronici, tra cui cavetti, alimentatori e dispositivi Bluetooth. “Il materiale illecito era nella disponibilità di 6 detenuti italiani, condannati in via definitiva per gravi reati, tra cui associazione di tipo mafioso e altre fattispecie di particolare allarme sociale, inseriti per questo motivo nel circuito di alta sicurezza”, spiega in una nota Vicente Santilli, segretario Sappe per il Piemonte, aggiungendo come “l’introduzione e l’uso illecito di dispositivi elettronici nelle carceri rappresentano una minaccia concreta alla sicurezza penitenziaria e, più in generale, alla sicurezza collettiva, soprattutto quando riguardano soggetti con collegamenti a contesti criminali strutturati”.
5mila cellulari sequestrati in tre anni. Nel triennio 2022-2024 sono stati sequestrati dalla polizia penitenziaria, nelle carceri italiane, circa 5mila telefonini. Per questo il Sappe chiede rinforzi alle istituzioni. “Servono investimenti urgenti - prosegue Santilli - per dotare le strutture penitenziarie di strumenti tecnologici di controllo avanzati, sistemi di bonifica elettronica, personale qualificato e adeguatamente formato. Non possiamo permettere che la sicurezza degli istituti dipenda esclusivamente dalla dedizione degli agenti”.

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