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La mano di Tudor. Il cambio in panchina, al momento, si sta rivelando una scelta giusta da parte della dirigenza bianconera.
La Juventus sembra vivere una fase positiva, di grandi trasformazioni. Dopo il divorzio da Thiago Motta, il tecnico croato ha restituito compattezza e fiducia a un gruppo ormai demotivato, smarrito, confuso e confusionario, con un gioco in campo che rispecchiava lo stato d’animo dei giocatori e di tutta la tifoseria bianconera. Tudor, con molta umiltà ma anche con decisione, ha preso in mano il timone e conquistato sette punti nelle ultime tre partite. I bianconeri sono tornati così al quarto posto in classifica, un piazzamento fondamentale per l’obiettivo Champions League. Come prima cosa Igor Tudor ha voluto conoscere il gruppo, parlato con ogni singolo giocatore e organizzato una cena per distendere gli animi e compattare l’ambiente. Tutto fa, quando si deve uscire e anche in fretta da una crisi così profonda come quella in cui era sprofondata la Juventus. Sul campo ha invece introdotto il suo 3-4-2-1, modulo che ha garantito un maggiore equilibrio e valorizzato giocatori come Koopmeiners, finalmente in gol contro il Lecce, e Dusan Vlahovic, autore di due preziosi assist nella stessa partita. Ma il motto di Tudor è sempre lo stesso, mai abbassare la guardia: "Ogni gara va approcciata come fosse una finale," il suo leit motiv. Intanto alla Continassa si prepara la sfida contro il Parma in programma lunedì 21 aprile alle 20:45 allo stadio Tardini per la trentatreesima giornata di serie A. I bianconeri arriveranno al match con l’obiettivo di consolidare il quarto posto in classifica ma troveranno un Parma in zona retrocessione, dunque particolarmente agguerrito. La prima regola per Tudor è quella di non incassare gol e sfruttare tutte le possibili occasioni in attacco, senza errori. Sono rimaste 6 partite e a ogni punto può fare la differenza.
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