Condividi:
Cultura della prevenzione e, soprattutto, migliorare il sistema dei controlli aumentando il numero degli ispettori, quindi delle ispezioni. Sono alcune delle priorità evidenziate dai sindacati confederali alla presentazione del corteo del 1 maggio, che ha quest’anno come tema nazionale quello della sicurezza sul lavoro.
"Nonostante i proclami - dice il segretario generale della Cgil Torino, Federico Bellono - i numeri degli infortuni e dei morti sul lavoro ci dicono che cambiamenti significativi non ce ne sono. Le ragioni sono legate a vari motivi, da come è cambiato il lavoro a quote di lavoro crescente che sfuggono alla legalità. Ma il tema della prevenzione e dei controlli è decisivo, oggi tutte le strutture dedicate ai controlli hanno un numero di persone insufficiente, ne servirebbero il doppio. C’è un problema di scelta politica", sottolinea, ricordando che il 1 maggio sarà anche l’occasione di rilanciare i referendum sul lavoro di giugno. Per il neosegretario generale della Cisl Torino-Canavese, Giuseppe Filippone, quella per un lavoro sicuro "è una lotta che va portata avanti anche in ottica di sistema. Manca la base da cui partire, la cultura della prevenzione e della sicurezza ed è il momento di fare un patto fra tutte le parti sociali chiamate in causa, di mettere in atto le norme che ci sono, di fare le dovute ispezioni". E su questo aspetto il segretario generale della Uil Torino e Piemonte, Gianni Cortese, ricorda che quando le ispezioni ci sono "rilevano dal 75 all’80% di irregolarità. La strada è lunga e bisogna che tutti capiscano che salute e sicurezza sul lavoro non sono un costo ma un investimento".
Per quel che riguarda invece lo svolgimento del corteo, Bellono ricorda che "negli ultimi due anni il 1 maggio non è stato caratterizzato da scontri. Poi questa è una città complicata, con tanti problemi e tensioni, ma il nostro non solo auspico ma impegno è che sia una manifestazione partecipata, dove tutti possano dire quel che pensano, ma che non sia l’occasione per mostrare i muscoli. L’esperienza di questi due anni è incoraggiante - conclude -, ovviamente ogni manifestazione fa storia a sé, però non sono pessimista sul 1 maggio di quest’anno".