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La Procura di Cuneo ha avanzato 14 richieste di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte violenze avvenute all’interno della casa circondariale di Cerialdo. Tra gli imputati figurano sei agenti della polizia penitenziaria, accusati di tortura. Per l’ex comandante dell’istituto, Caterina Froio, l’accusa è invece di omissione di atti d’ufficio. Gli altri sette indagati, tra cui un medico in servizio presso la struttura, devono rispondere di reati come falso e lesioni personali.
L’indagine ha avuto inizio nell’ottobre del 2023 e si è concentrata su un gruppo iniziale di 23 agenti penitenziari, coinvolti in diversi episodi di violenza. Il caso più grave riguarda una presunta spedizione punitiva avvenuta nella notte tra il 20 e il 21 giugno dello stesso anno, quando alcuni agenti, pur essendo fuori servizio, sarebbero entrati nella cella 417 del padiglione denominato "Gesso" e avrebbero aggredito fisicamente cinque detenuti pakistani, colpendoli al volto con calci e pugni.
Secondo quanto riportato dalla Procura, i detenuti avrebbero subito un "trattamento inumano e degradante", tale da provocare anche gravi conseguenze psicologiche. Oltre all’episodio di giugno, agli imputati vengono attribuite anche altre aggressioni, denunciate tra l’ottobre 2021 e l’aprile 2022, che avrebbero causato lesioni con prognosi variabili tra i sette e i quindici giorni.
Nei mesi successivi, il numero degli indagati è salito a 35, ma le posizioni considerate meno solide sono state escluse dalla richiesta di rinvio a giudizio. Il giudice per l’udienza preliminare dovrà ora valutare le accuse residue nell’udienza fissata per il prossimo 20 giugno.