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Nel processo per il tragico crollo della gru avvenuto il 19 dicembre 2021 in via Genova a Torino, costato la vita a tre operai, ha testimoniato oggi uno dei presenti diretti al momento dell’accaduto. Si tratta di un geometra, nonché capocantiere, che ha cercato di spiegare alcune discrepanze emerse tra le sue dichiarazioni odierne e quelle fornite durante le indagini. “Sto cercando di dimenticare. È stato un trauma profondo”, ha detto in aula, giustificando così le imprecisioni nei suoi ricordi.
Il testimone ha raccontato di trovarsi proprio sotto il braccio della gru, che era stata appena assemblata. “Ho sentito un collega urlare ‘scappa, scappa’, e poco dopo ho visto il braccio dell’autogru – quella utilizzata per il montaggio – piegarsi fino a spezzarsi”, ha spiegato. “C’è stata una fuoriuscita d’olio enorme, seguita da un rumore assordante. In un primo momento la torre sembrava reggere, ma subito dopo è crollata insieme a tutta la struttura”.
Nonostante lo shock, l’uomo ha riferito di essersi allontanato solo temporaneamente, per poi tornare sul posto appena possibile per prestare soccorso: “Ho cercato di aiutare i ragazzi. Uno di loro respirava ancora. Continuavo a ripetergli ‘non morire, non morire’”.
Nel procedimento penale sono imputate cinque persone, tra cui tre che ricoprivano ruoli di responsabilità nelle imprese coinvolte nei lavori. Le accuse sono di disastro colposo e cooperazione in omicidio colposo. Il capocantiere ha anche risposto a domande sulla preparazione e gestione del cantiere nei giorni precedenti alla tragedia.