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Nei primi quattro mesi del 2025, in provincia di Alessandria, sono stati trovati morti sei lupi, vittime di avvelenamenti o fucilate. Un dato allarmante, pari al numero totale registrato in tutto il 2024, che fa scattare l’allerta tra le autorità e gli enti preposti alla tutela della fauna selvatica.
Il Comando del Gruppo Carabinieri Forestale di Alessandria e Asti definisce questo dato come "record a livello statistico" e unico nel suo genere rispetto alle altre province piemontesi. Un fenomeno che preoccupa non solo per l’entità, ma anche per la modalità con cui avviene, al di fuori di qualsiasi regola o controllo.
Parallelamente, resta alta la preoccupazione per gli attacchi del lupo al bestiame. Nel solo 2024, l’ASL ha verificato e registrato 98 casi di predazione su un totale di circa 20.000 capi allevati. Tuttavia, si teme che non tutti gli episodi siano stati effettivamente denunciati dagli allevatori, lasciando spazio a un quadro forse più ampio di criticità.
Le istituzioni competenti – dal Comando Provinciale dell’Arma al Settore Biodiversità della Regione, passando per il Nucleo faunistico venatorio della Polizia provinciale, l’Ente Parco dell’Appennino piemontese e il Centro regionale Grandi Carnivori – condannano con fermezza gli atti di bracconaggio. Tali comportamenti, sottolineano, violano la legge e compromettono l’equilibrio ecologico degli ambienti naturali, oltre a rappresentare un pericolo per le comunità locali.
Per contrastare il fenomeno degli avvelenamenti, sono entrate in azione le unità cinofile anti-veleno dei Carabinieri Forestali e degli enti gestori delle aree protette regionali. Il loro intervento è stato decisivo per la bonifica dei luoghi in cui sono stati ritrovati bocconi avvelenati, al fine di rimuovere eventuali altre esche pericolose e prevenire nuovi casi.
L’intera vicenda mette in luce la necessità di rafforzare la sorveglianza sul territorio e promuovere una convivenza sostenibile tra uomo e fauna selvatica.