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Ci sono voluti 34 anni per arrivare all’apertura completa dell’autostrada Asti-Cuneo, una delle infrastrutture più discusse del Nord-Ovest, simbolo per decenni di ritardi, stop improvvisi e costi lievitati. La data da cerchiare in rosso per gli automobilisti è quella del 30 dicembre, quando verrà aperta l’intera tratta, anche se inizialmente in modalità cantiere. Solo da aprile 2026 è prevista la chiusura definitiva dei lavori.
Con il 30 dicembre si chiude una storia iniziata nel 1991, quando venne firmata la prima concessione per la realizzazione dell’opera. All’epoca si prevedevano 90 chilometri di autostrada, un costo di 340 milioni di euro e la conclusione dei lavori entro il 1996. Oggi, a distanza di oltre tre decenni, il bilancio è completamente diverso: l’autostrada costerà quasi 2,5 miliardi di euro, finanziati anche attraverso complesse operazioni su altre concessioni. Il percorso dell’Asti-Cuneo è stato tutt’altro che lineare. I lavori si sono mossi a strappi, intervallati da lunghi blocchi. Il periodo più critico è stato tra il 2012 e il 2020, quando per otto anni i cantieri rimasero completamente fermi. In quegli anni il tratto incompiuto di Cherasco finiva letteralmente in mezzo a un campo di nocciole, diventando l’immagine-simbolo dell’“eterna incompiuta”.
La svolta è arrivata nel 2020, con l’intervento del Governo Conte 1, che ha rimesso mano a un progetto già predisposto in precedenza. È stato modificato il tracciato: niente galleria, troppo costosa, ma un’autostrada in superficie con un nuovo viadotto a Verduno per superare la strada provinciale. Da quel momento, seppure tra nuovi rallentamenti, i cantieri sono ripartiti fino al completamento degli ultimi due lotti da 5 chilometri, ormai in fase conclusiva. Dal punto di vista della viabilità, l’apertura completa della tratta dovrebbe portare a un sensibile incremento dei flussi: si passerà dagli attuali 6.500 transiti giornalieri a oltre il doppio una volta che l’autostrada sarà pienamente operativa. Ancora irrisolta la questione dell’adeguamento della tangenziale di Alba, che dovrà entrare a far parte del tracciato autostradale.
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