Condividi:

Un’operazione congiunta tra carabinieri e polizia ha portato all’arresto dei responsabili della rapina avvenuta il 25 settembre 2024 ai danni di un rappresentante di gioielli di Valenza, in provincia di Alessandria. I malviventi erano riusciti a impossessarsi di uno zaino contenente preziosi per un valore di circa 230mila euro.

Un ruolo chiave nelle indagini è stato giocato dalla dashcam installata sull’auto della vittima, che ha fornito immagini utili per l’identificazione dei rapinatori. Inoltre, un’impronta papillare rinvenuta nel veicolo usato dai criminali ha permesso di individuare uno dei responsabili, un pluripregiudicato appartenente alla comunità sinti.

Le indagini, condotte attraverso intercettazioni telefoniche, analisi dei tabulati e tracciamento dei movimenti tramite GPS, hanno consentito di identificare due dei tre esecutori materiali della rapina. Questi soggetti sono risultati coinvolti anche in altri filoni investigativi, coordinati dai carabinieri di Piove di Sacco (Padova) e di Santa Margherita Ligure (Genova).

In Veneto, i carabinieri hanno arrestato un ricettatore e recuperato parte della refurtiva rubata a Valenza. In Liguria, invece, è stato denunciato un individuo accusato di un altro furto ai danni di un rappresentante orafo, in cui sono emersi collegamenti con due degli autori della rapina di settembre.

Durante il proseguimento delle indagini, la stessa banda è tornata a colpire: il 5 novembre a Due Carrare (Padova) è stato preso di mira un commerciante. Anche in questo caso, gli autori – sempre appartenenti alla comunità sinti – sono stati denunciati.

Gli arresti sono scattati l’8 maggio: un uomo di 49 anni è stato fermato a Venezia e un 38enne a Treviso, mentre un giovane di 20 anni è stato indagato per ricettazione e concorso in rapina aggravata. Sono inoltre stati denunciati una 40enne già nota alle forze dell’ordine (Treviso), un 29enne (Verona) e un 54enne (Desio, Monza e Brianza), tutti di origine sinti veneta.

Le indagini hanno infine rivelato che la rapina era stata pianificata nei minimi dettagli. I membri della banda avevano sorvegliato per giorni la vittima, seguendone gli spostamenti e compiendo numerosi sopralluoghi nei pressi della sua abitazione, in attesa del momento giusto per agire.

Tutti gli articoli