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I consiglieri regionali del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, Nadia Conticelli e Alberto Unia, lanciano l’allarme sul futuro del trasporto pubblico locale in Piemonte, dopo l’annuncio del taglio di 23 milioni di euro previsto dalla nuova ripartizione del fondo nazionale. I due esponenti di opposizione hanno presentato un’interpellanza alla giunta regionale guidata da Alberto Cirio, chiedendo interventi urgenti per evitare un ridimensionamento dei servizi e per tutelare quello che definiscono “un diritto fondamentale: la mobilità”.
Secondo quanto spiegano Conticelli e Unia, la riduzione del finanziamento è legata ai nuovi criteri ministeriali basati sui cosiddetti "Livelli Adeguati di Servizio", che penalizzerebbero le Regioni meno performanti sul piano gestionale. Il Piemonte, già afflitto da una rete di trasporti carente, con corse soppresse, mezzi datati e numerose aree marginali isolate, rischia così di subire un ulteriore peggioramento.
“Si tratta di un colpo pesantissimo – denunciano – che potrebbe rappresentare l’inizio dello smantellamento del trasporto pubblico nella nostra regione”. I consiglieri criticano la logica “premiale” applicata dal governo nazionale, che favorirebbe le Regioni considerate virtuose, ignorando però le specificità territoriali e le eredità amministrative.
Il taglio, osservano, arriva in un momento critico: proprio ora si stanno avviando le gare per il nuovo affidamento del servizio nelle aree metropolitane, come Torino e Cuneo. E strumenti essenziali come l’abbonamento “Formula” per gli studenti rischiano di essere cancellati.
Anche se la proposta della Regione di introdurre il trasporto gratuito per gli universitari torinesi è accolta con favore, per Conticelli e Unia “non può bastare a colmare un buco così ampio, né a garantire la sostenibilità del sistema nel lungo periodo”.
Infine, i due consiglieri sollevano interrogativi anche sugli investimenti infrastrutturali in corso nel nodo torinese: “Chi sosterrà i costi di gestione di queste opere una volta ultimate? Serve trasparenza nei conti regionali e una revisione dei criteri adottati dal Ministero. Il Piemonte non può pagare da solo il prezzo di un sistema iniquo”.