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Prudenza ma, nonostante il caos dazi e le crisi legate ai conflitti, propensione agli investimenti e occupazione stabile: sono gli elementi principali dell’indagine congiunturale del terzo trimestre dell’anno realizzata dall’Unione Industriali di Torino su 1.200 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese. Le attese sull’occupazione vedono un saldo ottimisti/pessimisti al +4,9%, negativi i consuntivi per produzione (-1%), ordini (-2,3%), export (-6,1%) e redditività (-6,9%), ma cresce la propensione a investire. Interessa il 74,6% delle aziende coinvolte nello studio, mentre oltre un quarto delle imprese ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, un dato in crescita di un punto rispetto a marzo. Stabile l’indice di utilizzo di impianti e risorse, al 77%, così come il ricorso alla Cig, attivata dal 10,4% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove sale al 14,1%, invariata rispetto alla rilevazione di marzo. Inoltre si riducono i timori sui costi di energia e materie prime e riprendono gli ordini oltre i sei mesi. Si conferma la tradizionale forbice che vede le grandi imprese esprimere attese maggiormente positiva. "Anche in un momento così complesso - sottolinea il presidente dell’Unione Industriali, Marco Gay - gli imprenditori torinesi continuano a credere nel futuro, investono, e un quarto di loro prevede programmi di spesa significativi. Proprio la propensione agli investimenti è un dato importante che ci restituisce un tessuto imprenditoriale e un territorio capaci di continuare a fare il loro meglio continuare a competere".