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Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti, diretta dal Dott. Biagio Mazzeo, hanno eseguito due provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino. Questi provvedimenti prevedono l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni per un valore complessivamente stimato in oltre 5 milioni di euro, riconducibili a tre soggetti, di cui uno è un imprenditore attivo nel settore del commercio di rottami ferrosi.

L'attenzione investigativa su questi soggetti è emersa durante le operazioni "Fast Cash" e "Tesoro", entrambe condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Asti. La prima operazione mirava a contrastare l'usura, l'estorsione e l'autoriciclaggio, mentre la seconda aveva l'obiettivo di contrastare il trasferimento fraudolento di valori. Entrambe le operazioni si sono concluse nel primo trimestre del 2023 con l'esecuzione di provvedimenti cautelari personali nei confronti di sette soggetti, tra cui i soggetti coinvolti in questa misura di prevenzione patrimoniale, e con il sequestro di beni per oltre 5 milioni di euro.

Nell'operazione "Fast Cash" è emersa l'esistenza di un gruppo di pluripregiudicati, coordinato dal soggetto proposto, che si occupava di reati contro la persona e il patrimonio. Nel corso degli ultimi due anni, il gruppo aveva avviato un'attività fiorente di raccolta e commercio di rottami ferrosi, utilizzando mezzi finanziari opachi. I proventi di questa attività venivano in parte destinati all'esercizio dell'usura, con tassi di interesse superiori al 2500%, nei confronti di cittadini in gravi difficoltà economiche. Inoltre, i membri del gruppo perpetravano azioni intimidatorie violente per sottomettere le vittime a condizioni di sudditanza a fini di lucro. Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Asti hanno documentato anche l'autoriciclaggio di alcuni proventi dell'usura e la volontà di occultare il patrimonio illecito accumulato, frutto di vari reati ambientali, attraverso l'intestazione fittizia a prestanome. Questo era presumibilmente fatto consapevolmente, considerando la quasi totale assenza di redditi leciti dichiarati e il consolidato curriculum criminale dei soggetti coinvolti, che poteva comportare nel tempo il rischio di provvedimenti giudiziari di confisca patrimoniale. Questa operazione ha permesso di fare luce anche sugli incendi frequenti nel campo nomadi di via L. Guerra, accertandone la dinamica e i responsabili.

Nell'operazione "Tesoro" sono state individuate altre due persone pluripregiudicate per reati contro il patrimonio, che erano considerate titolari di ingenti beni tramite prestanome e non dichiaravano redditi leciti. In uno dei casi, il soggetto beneficiava addirittura del reddito di cittadinanza, che è stato immediatamente bloccato e revocato.

Alla luce di queste evidenze, la Procura della Repubblica di Asti ha delegato il Nucleo di Polizia Economica Finanziaria di Asti a condurre un'indagine economica/patrimoniale finalizzata all'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti dei soggetti coinvolti.

Grazie all'attività investigativa, che ha anche valorizzato i risultati delle precedenti indagini, è stato possibile individuare il patrimonio direttamente e indirettamente disponibile per i soggetti proposti, il cui valore risulta sproporzionato rispetto alla loro capacità reddituale dichiarata.

Di conseguenza, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino ha disposto l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di due aziende con sette mezzi e tre beni strumentali, conti correnti e beni immagazzinati, una villa completa di arredi di pregio (già messi in sicurezza attraverso il loro trasferimento in un deposito vigilato durante il primo sequestro penale), due terreni agricoli, tre autovetture (una Mercedes GLE AMG, una Volkswagen Polo GTI, una Fiat 500 ibrida) e un camper di lusso marca Carthago, per un valore complessivo stimato in oltre 5 milioni di euro.

Questa operazione dimostra ancora una volta l'attenzione elevata della Guardia di Finanza, che, seguendo le precise indicazioni dell'Autorità Giudiziaria astigiana, continua a individuare e colpire i patrimoni e le disponibilità finanziarie accumulate illecitamente al fine di ripristinare adeguati livelli di legalità e tutelare l'imprenditoria lecita, garantendo trasparenza e sicurezza pubblica.

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