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L’ha picchiata la prima volta dopo un mese che erano insieme. Poi ha continuato anche quando la fidanzata ha scoperto di essere incinta. Al punto che, secondo lei, avrebbe perso il bambino per colpa di quei calci in pancia, anche se la correlazione tra i pestaggi e l’aborto non è stata scientificamente dimostrata. La vittima di tutto questo, come riportato dal quotidiano La Stampa, è una ragazza di 20 anni, mentre l’ex fidanzato di anni ne ha 25 ed è stato condannato dal Tribunale di Torino con rito abbreviato a due anni e due mesi per maltrattamenti e lesioni aggravate dallo stato di gravidanza della parte offesa. "L’ho conosciuto al bar dove lavoro come cameriera - racconta la giovane -. Ci siamo messi insieme dopo pochi giorni. Dopo un mese mi ha picchiata per la prima volta. Ho fatto l’errore di perdonarlo. Dopo due mesi ho scoperto di essere incinta. Mi ha picchiata di nuovo, dopo avermi chiusa dentro una casa senza darmi la possibilità di fuggire. Mi ha tirato calci in pancia, anche quando ero a terra". Una settimana dopo questo episodio ha una perdita. "Sono andata in ospedale. Mi hanno detto che il mio bambino non c’era più perché la placenta si era rotta". Tre pestaggi in meno di cinque mesi e insulti: "Devi pulire la cuccia del cane. Hai 15 minuti. Ti cronometro", mi urlava. Dopo l’aborto i maltrattamenti sono continuati. Poi l’ultima aggressione e i vicini che chiamano la polizia. Il 23 ottobre il giovane viene arrestato. Mentre lo portano via ha il tempo di urlare rivolto alla ragazza: "Appena esco ti schiaccio sotto le ruote della macchina". La gip Diamante Minucci ha accolto la richiesta della pm Manuela Pedrotta e ha stabilito una provvisionale di cinquemila euro per la 20enne, che si è costituita parte civile

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