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Al via il nuovo anno accademico del Politecnico di Torino, il 118esimo dall’istituzione dell’ateneo. Un Politecnico a vocazione fortemente internazionale, Nel contesto di uno scenario mondiale dai contorni problematici, nel quale la reazione potrebbe essere quella di chiudersi limitando le relazioni, il Politecnico reagisce aprendosi, per costruire il proprio futuro.

“Ci proponiamo di interpretare il ruolo forse più alto di un Ateneo: quello di creare ponti di dialogo, incentivare la mobilità, condividere infrastrutture e saperi. Aprirsi alle collaborazioni, arricchendoci attraverso la libera circolazione di studenti e di docenti, di idee e di esperienze – commenta il Rettore Stefano Corgnati – Per noi è fondamentale allearci con le migliori università tecnologiche europee, per essere protagonisti del consolidamento della competitività EU, che ha come sue fondamenta lo sviluppo di tutta la filiera dell’innovazione, dall’alta formazione e lo sviluppo di tecnologie ad alta densità di conoscenza. Per poter attrarre e formare talenti dobbiamo offrire un modello didattico innovativo, spazi adeguati e un ecosistema accogliente che valorizzi le loro migliori attitudini. E se l’Europa ormai è la nostra casa, che frequentiamo quotidianamente, la dimensione internazionale, alla quale bisogna aprirsi sempre più, è quella fuori dai confini europei”. Oggi il Politecnico si presenta con tre Campus – due a Torino (il Campus delle Architetture, del Design e della Pianificazione al Valentino e il Campus delle Ingegnerie alla Cittadella Politecnica) e uno a Tashkent, in Uzbekistan (il Tashknet Turin Polytechnic University - TTPU) – e tre Hub, in Cina (China Center), Giappone (Japan Hub), Azerbaijan (Azerbaijan-Italy University AIU) a cui si aggiunge quello a Bruxelles. E nell’immediato futuro le aree su cui si andranno a intensificare le azioni di sviluppo internazionale saranno l’America Latina e l’Africa mediterranea e SubShariana. 

L’Ateneo vuole quindi diventare un hub globale di opportunità, proponendo ai suoi studenti e studentesse percorsi didattici che oltrepassino i confini dei vari Paesi e che permettano una formazione transnazionale (e transcontinentale) e multidisciplinare, rafforzando relazioni con università, centri di ricerca, mondo delle imprese e delle istituzioni. 

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