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Da un lato le famiglie in fascia di debolezza, dall'altro quelle agiate. Due mondi che tendono ad allontanarsi sempre di più, tanto che quelle in sofferenza nel 2024 sono passate dal 13 al 29%. E' uno dei dati che emerge dal report per il 2024 dell'Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, guidato dalla Camera di commercio di Torino e che mostra un sensibile aumento delle disuguaglianze economiche. A fronte di un lieve incremento della spesa mensile media, a 2600 euro, appena 12 in più del 2023, e di un'inflazione annuale più contenuta allo 0,7% in linea con l'andamento nazionale.
A frenare i consumi delle famiglie torinesi, sono state le spese alimentari che, dopo un 2023 di forte recupero, tornano ai livelli del 2022, attestandosi a 407 euro (-2,9%, -12 euro). In particolare sono in calo carni e salumi (il 20,3%; -3 euro), latte e formaggi (il 13,2%; -3 euro), pesce (il 5,5%; -2 euro) e bevande (il 6,6%; -2 euro). Diminuiscono i cibi pronti da asporto o a domicilio (il 5,2%). A crescere sono, invece, soprattutto le spese per viaggi e vacanze (116 euro medi mensili, il valore più elevato dal 2015) e per i pasti fuori casa. Tra le vacanze l’aumento riguarda soprattutto le ’gite fuori porta’ alle quali spesso non rinunciano neppure le famiglie più deboli. Si spende anche per visite mediche, abbonamenti a palestre e piscine, biglietti di ingresso per cinema, teatro, spettacoli e sport. Crollano le spese in vestiario e calzature ed è in calo quella per giornali e libri non scolastici.

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