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Il Piemonte si conferma in crescita, ma deve fare i conti con un’evoluzione complessa e nuovi bisogni. È quanto emerge dal rapporto annuale di Ires Piemonte ’Piemonte Economico Sociale 2025’ presentato all’Auditorium della Città Metropolitana di Torino, dal presidente Alberto Ciro Sciretti. Nel 2024 il Pil regionale è salito dello 0,6%, con una buona tenuta del comparto manifatturiero (eccetto l’automotive, in netta contrazione) e uno slancio del terziario, soprattutto nel turismo e nella logistica. Buono anche l’andamento dell’agricoltura nei 12 mesi passati. L’occupazione ha registrato un +2,3% rispetto all’anno precedente, con circa 110.000 occupati in più dal periodo pandemico. Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,4%, al di sotto della media nazionale. Le prospettive per il 2025-2026 indicano una crescita più moderata (+0,5%), ma il mercato del lavoro dovrebbe mantenere una certa stabilità. Il sistema produttivo piemontese sta mutando pelle: accanto alla crisi dell’automotive, crescono aerospazio, microelettronica, biomedicale, logistica e servizi ad alta intensità di conoscenza. Il Pnrr si conferma leva strategica per infrastrutture, digitale, formazione e ricerca. Tuttavia, la regione non è immune da fragilità strutturali: sul piano demografico si segnala una lieve ripresa della popolazione grazie all’immigrazione, ma persistono le criticità legate all’invecchiamento e all’emigrazione giovanile qualificata; cala il numero dei Neet, ma permangono diseguaglianze scolastiche e sociali. In ambito sanitario, cresce la speranza di vita (83,4 anni), ma si riduce quella in buona salute (59 anni). Peggiorano gli stili di vita e aumentano i disagi psichici, soprattutto tra giovani e donne. Il sistema sanitario regionale mantiene buone performance nei livelli assistenziali. Resta necessario una rimodulazione dei servizi in funzione dell’evoluzione dei bisogni, mente gli investimenti tecnologici resi possibile dal Pnrr consentiranno un miglioramento della presa in carico dei pazienti.