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Questa mattina, durante un controllo di routine all’interno del carcere di Ivrea (Torino), il personale del Nucleo Traduzione e Piantonamento della polizia penitenziaria ha scoperto due involucri sospetti nei pressi della postazione della sentinella 4. All’interno degli involucri erano nascosti due micro telefoni, perfettamente funzionanti, probabilmente lanciati dall’esterno della struttura penitenziaria. La notizia è stata diffusa dall’organizzazione sindacale Osapp, che ha sottolineato l’importanza dell’intervento tempestivo del personale, che ha evitato che i dispositivi finissero nelle mani dei detenuti, prevenendo potenziali rischi per la sicurezza dell’istituto.

Inoltre, l’Osapp ha riportato un altro episodio simile avvenuto giovedì scorso presso la casa di reclusione di Saluzzo, dove sono detenuti criminali di alta sicurezza, tra cui membri della mafia, della ’ndrangheta e della camorra. Durante un’attività di controllo, sono stati rinvenuti ben dieci smartphone, confermando così la gravità e la diffusione del fenomeno del contrabbando di telefoni all’interno delle carceri.

Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, ha dichiarato che le carceri italiane si trovano in uno stato di "sfascio totale", non solo diventando piazze di spaccio ma anche veri e propri call center illegali, dove entrano dispositivi come microcellulari e droga. Ha inoltre evidenziato la grave carenza di personale, che si trova a fronteggiare un’emergenza continua, senza il supporto adeguato.

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